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Come ogni agenzia che si rispetti, prima di vendere un prodotto (una località, un'escursione ecc...) bisogna conoscerlo. 
In questa sezione ci piace raccontare alcune delle nostre esperienze personali in giro per il Myanmar.

Partendo da una delle più semplici, ci siamo recati a visitare le spiagge meno conosciute rispetto a quella (molto bella) di Ngapali.
Spiagge che non sono raggiungibili in aereo; quindi, lungi dal prendere l'auto, ci rechiamo una mattina presto alla stazione degli autobus di Yangon. Non appena ci avviciniamo la nostra auto viene assalita da frotte di ragazzini che chiedono dove dobbiamo andare. Alla fine uno di loro ci fa strada indicandoci l'autobus di nostro interesse.
Il motivo è chiaro: il ragazzino ricava una piccola mancia dalla compagnia per ogni passeggero che riesce a portare a loro.
Dopo aver aspettato un po' in una sala d'attesa (si fa per dire....) ci chiamano per salire. L'autobus che abbiamo scelto è molto comodo, con grande spazio per le gambe (se ve lo dico io che sono 1,90 m. vi potete fidare!). C'è anche un televisore nel quale ti domandi cosa verrà trasmesso. Si parte ed ecco che appare la registrazione di un monaco che recita una preghiera.... Beh, senz'altro un modo molto saggio di cominciare un viaggio di 5/6 ore!

Dopo una lunga litania del monaco, si passa poi al moderno, con video di canzoni del momento. Ma l'attenzione viene ben presto catturata dal paesaggio molto suggestivo del delta del fiume. Si attraversano uno dopo l'altro tanti piccoli villaggi di contadini, costruiti sulle lingue d'acqua create dal delta, ideali per l'irrigazione delle risaie. Il viaggio in sé è già una bella occasione per osservare questo paesaggio davvero caratteristico.

   verso_Ngwe_Saungrisaie










Anche se Ngwe Saung è meno frequentata di Ngapali (anche per la maggiore difficoltà di accesso) sono sorti molti alberghi e altri sono in fase di costruzione, e troviamo la cittadina stessa piuttosto sviluppata rispetto a qualche anno fa.
Dopo qualche giorno, ci spostiamo nella vicina spiaggia di Chaung Thar, dove i birmani vanno a trascorrere le loro vacanze balneari. Ma chiaramente non in auto (sarebbe troppo facile!) ma noleggiando due motorini con tanto di autisti, che ci faranno arrivare attraversando le strade che si inoltrano nella boscaglia. Parte così un viaggio-avventura, perché ogni tanto tali strade terminano su un tratto di mare, che bisogna attraversare su piccole imbarcazioni. Quindi: scendere dal motorino, scaricare le valigie, caricarle sulla barca mentre i conducenti fanno lo stesso con i loro motorini e, dopo aver attraversato così la lingua di mare, scendere dalla barca, riprendere le valigie, ricaricarle sul motorino, prendere posizione e ripartire. Tutto questo per 3 volte! Bisogna dire però che la fatica è ripagata dagli scorci che la natura ci regala.

fra_Ngwe_Saung_e_Chaung_Thar











L'ultimo attraversamento è quello peggiore: oltre a noi, alle nostre valigie e ai motorini, salgono sulla barca piccoli venditori che portano i loro prodotti alimentari a Chaung Thar; in più vengono caricati sul fondo una ventina di sacchi pieni di carbone! Per cui è necessario accomodarsi sul bordo della barca e badare che, oltre a noi stessi, anche le valigie non cadano in acqua durante il tragitto....
Arriviamo comunque sani e salvi e troviamo la piccola e tranquilla cittadina. Il primo tratto di spiaggia è quello con gli alberghi dove i birmani trascorrono le loro vacanze. Oltre ad essere piuttosto affollato (anche se solo di locali, i turisti qui sono veramente pochi) sia la spiaggia che il mare non appaiono molto puliti e rinunciamo così all'idea di fare il bagno.
L'indomani però decidiamo di noleggiare altri due conducenti di moto e basta allontanarsi un po' di minuti per imbattersi in dei tratti di spiaggia assolutamente disabitati.

                                    

Ad un certo punto ci appare anche una piccola baia dove dei pescatori stanno raccogliendo le loro reti.














                                  


Sostiamo un attimo per osservare questa scena dal sapore antico ed ammirare il frutto del loro lavoro di una notte. Procediamo poi fino ad arrivare in vista di un'isola che ci ricorda tanto quella di "Chi trova un amico trova un tesoro".


isola_del_tesoro

Per arrivarci dovremmo attraversare un breve tratto di mare in barca, ma essendo già ora di pranzo e dovendo anche tornare indietro, decidiamo di interrompere qui la nostra escursione accontentandoci di vederla e fotografarla da lontano, proprio come una vera "terra promessa".



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